Una complicanza rara ma grave che può verificarsi nei pazienti portatori di protesi di anca è la frattura periprotesica, ovvero una frattura che interessi l’osso intorno all’impianto. Per guarire è spesso necessaria una seconda operazione, che necessita di elevate abilità chirurgiche poiché bisogna ricomporre la frattura senza invadere lo spazio occupato dalla protesi, oppure in alcuni casi procedere anche alla sostituzione dell’impianto protesico.
Le fratture in prossimità della protesi d’anca
La maggior parte delle fratture periprotesiche si verificano attorno allo stelo femorale, mentre quelle che interessano il bacino (acetabolo) sono invece meno comuni.
La gravità della frattura dipende da due fattori principali:
- la grandezza della rima di frattura;
- il fatto che l’ancoraggio dell’impianto sia o meno coinvolto.
Cause delle fratture in prossimità della protesi d’anca
Sono il risultato di un evento traumatico, al pari delle fratture classiche.
Esistono dei fattori favorenti tra cui:
- parkinsonismi e malattie neurodegenerative in genere (aumentato rischio cadute);
- alcolismo (aumentato rischio cadute);
- neoplasie (indebolimento dell’osso);
- osteoporosi (indebolimento dell’osso);
- infezioni croniche (indebolimento dell’osso);
- mobilizzazione della protesi (alterato carico sull’osso);
- eccessiva usura dell’impianto (riassorbimento osseo causato dai detriti).
Sintomi delle fratture in prossimità della protesi dell’anca
I sintomi più comuni della frattura periprotesica dell’anca includono:
- dolore all’anca o alla coscia;
- gonfiore e lividi intorno all’anca o alla coscia;
- incapacità di sostenere il peso sulla gamba lesa;
- la gamba ferita appare più corta o deformata.
Il quadro è talmente eclatante che di solito si avverte immediatamente il proprio Ortopedico di fiducia e ci si reca in Pronto Soccorso.
La visita medica
Dolore, impotenza funzionale, accorciamento ed extrarotazione, anemizzazione ed ematoma sono i sintomi/segni classici. Le radiografie ed eventualmente la TAC aiutano il chirurgo a pianificare il trattamento operatorio più appropriato.
L’intervento chirurgico
La maggior parte dei casi di fratture periprotesiche dell’anca richiedono un intervento chirurgico. Per determinare il trattamento giusto, il chirurgo ortopedico valuta diversi fattori, tra cui:
- il tipo e la posizione della frattura;
- la qualità dell’osso rimanente;
- se l’impianto si è mobilizzato;
- la condizione di salute complessiva del paziente,
L’intervento viene eseguito il prima possibile, per consentire al paziente di riprendere a camminare ed evitare i rischi generici connessi con l’ospedalizzazione e l’allettamento.
Gli approcci generali per il trattamento delle fratture periprotesiche dell’anca includono:
- esposizione del focolaio di frattura e sua stabilizzaiozne mediante cerchiaggi, placche e viti;
- sostituzione dell’impianto protesico con uno generalmente più lungo, per poter ottenere un ancoraggio stabile all’osso;
- una combinazione di entrambi.
Procedura
La chirurgia per riparare una frattura attorno a una protesi d’anca è solitamente impegnativa. Infatti fattori come la scarsa qualità ossea, la comminuzione della frattura (frammenti ossei multipli) e, in alcuni casi, la presenza di cemento osseo, aumentano la complessità del caso.
Recupero
Normalmente la degenza in ospedale dopo l’intervento è di circa 4-5 giorni. Durante questo periodo vengono somministrati antibiotici per via endovenosa per 24 ore per aiutare a prevenire eventuali infezioni. Inoltre, sarà importante assumere un farmaco per fluidificare il sangue e aiutare a ridurre il rischio di sviluppare un coagulo di sangue nella gamba (trombosi venosa profonda).
Gestione del dolore
Dopo l’intervento, è normale sentire un po’ di dolore. Comunemente, vengono prescritti dei farmaci specifici per alleviare il dolore dopo l’operazione e aiutare il paziente nella ripresa.
Riabilitazione
Nella maggior parte dei casi, la terapia fisica inizia subito dopo l’operazione. Il chirurgo determina il carico di peso che la gamba operato può sopportare, mentre il fisioterapista aiuta il paziente a capire come caricare il peso sull’arto e come usare un deambulatore in modo sicuro.
In alcuni casi può essere necessario un tutore per qualche settimana dopo l’intervento, per proteggere ulteriormente l’anca mentre la frattura guarisce.
Il processo di recupero della forza e della capacità di camminare può richiedere 2-6 mesi.
[mkdf_button size=”” type=”” text=”Non fermarti! Chiedi un consulto al Tuo ortopedico dedicato alla chirurgia articolare” custom_class=”” icon_pack=”font_awesome” fa_icon=”” link=”https://michelescelsi.it/contatti/” target=”_self” color=”” hover_color=”” background_color=”” hover_background_color=”” border_color=”” hover_border_color=”” font_size=”20″ font_weight=”” margin=””]