L’impianto di una protesi articolare è un intervento annoverato tra i progressi medici che più incidono nel miglioramento della qualità della vita. Nel mondo ci sono milioni di pazienti portatori di protesi di ginocchio o di anca. Come per ogni intervento chirurgico, sono possibili delle complicanze e l’infezione è una tra queste.
L’infezione di protesi articolari si verifica in circa lo 0,8-1,9% delle protesi di ginocchio e dallo 0,3 all’1,7% di protesi d’anca. Queste percentuali fotografano il dato di svariati ospedali ed equipe chirurgiche, ed in generale variano a seconda del centro/equipe considerata.
La diagnosi precoce delle infezioni articolari è di fondamentale importanza nel fornire una terapia efficace.
SINTOMI DELL’INFEZIONE DI PROTESI DEL GINOCCHIO O DELL’ANCA
Dopo la sostituzione dell’anca o del ginocchio, è normale rilevare sintomi come un leggero arrossamento e calore intorno all’articolazione, nonché lividi o ecchimosi. Essi sono espressione del normale processo di cicatrizzazione della ferita e di guarigione.
Nei giorni e nelle settimane seguenti l’intervento è opportuno monitorare che non insorgano invece sintomi più gravi, che possono denunciare una possibile infezione. Questi sintomi includono:
- Febbre alta o continua,
- brividi,
- eccessivo arrossamento,
- apertura dei bordi della ferita,
- Secrezione della ferita prolungata o eccessiva,
- cattivi odori.
Le visite mediche servono a valutare lo stato di guarigione, sia generale che locale, dell’articolazione operata.
CAUSE DI INFEZIONE DI PROTESI ARTICOLARE
Le infezioni si possono verificare a causa di batteri normalmente presenti nell’ambiente in cui viviamo. Durante l’intervento chirurgico, per evitare l’aggressione di questi batteri, la pelle viene accuratamente pulita e disinfettata, creando un ambiente asettico attorno al sito chirurgico. I pazienti ricevono anche antibiotici immediatamente prima e per 24 ore dopo l’intervento chirurgico. L’intervento viene eseguito secondo norma e regole, utilizzando strumentazioni sterili ed evitando contaminazioni. Nonostante queste numerose procedure, a volte può capitare che i batteri possano raggiungere l’impianto sia penetrando attraverso l’incisione chirurgica oppure attraverso il flusso sanguigno.
Perché l’infezione è una complicanza maggiore nella sostituzione dell’anca o del ginocchio?
Le parti in metallo e plastica utilizzate nelle protesi articolari, in quanto artificiali, non hanno un proprio sistema immunitario. Quindi, a differenza di altre infezioni che il nostro corpo può eliminare con un antibiotico o finanche da solo, le protesi articolari infette rimarranno tali fino a un intervento chirurgico di bonifica.
Identificando precocemente l’infezione, sarà possibile trattarla con un intervento chirurgico finalizzato a “lavare” l’articolazione e sostituire le parti mobili (gli inserti in polietilene), che sono facilmente sostituibili senza dover toccare nuovamente l’osso.
Nelle infezioni tardive, invece, solitamente i batteri creano uno strato protettivo chiamato biofilm, che li protegge dai globuli bianchi e dall’antibiotico. Più a lungo è presente l’infezione, meno è probabile che si possa rimuovere i batteri con un semplice intervento di lavaggio. In questi casi è necessario procedere a una bonifica dei tessuti e a sostituire gli impianti.
Altre possibili cause di infezione di protesi
A seguito di un intervento chirurgico di sostituzione dell’articolazione, il flusso sanguigno all’articolazione aumenta per un periodo di tempo, mentre il corpo guarisce. Insieme alle parti in metallo e plastica, che non hanno sistema immunitario, questo aumento del flusso sanguigno può trasportare batteri dal flusso sanguigno all’articolazione sostituita. Se i batteri raggiungono gli impianti, possono colonizzarla e creare un’articolazione infetta.
I batteri possono essere trasportati dal nostro flusso sanguigno a causa di altre malattie, come cistiti, prostatiti, infezioni delle vie respiratorie ecc. Ecco perché possono verificarsi infezioni nelle articolazioni sostituite anche decenni dopo l’intervento chirurgico.
Anche alcune procedure mediche possono aumentare il rischio di trasportare batteri nel flusso sanguigno, come interventi dentali, chirurgia addominale o le procedure del colon-retto. È importante assumere la profilassi antibiotica normalmente prevista per questo tipo di interventi.
TRATTAMENTO DELLE INFEZIONI DI PROTESI DI GINOCCHIO O ANCA
Il trattamento standard dell’infezione in un’articolazione artificiale è un processo in due fasi.
In primis, vengono rimossi gli impianti, bonificando le articolazioni e i tessuti molli circostanti. Dopodiché viene posizionata una protesi temporanea costituita da cemento antibiotato, in modo da potenziare l’effetto locale antibatterico e consentire allo stesso tempo un certo grado di funzionalità ed articolarità.
La rimozione della protesi esistente comporta alcuni rischi ed è tanto più tecnicamente impegnativa quanto più accurata è la procedura. L’obiettivo principale è rimuovere l’impianto perdendo la minima quantità di tessuto osseo “buono”, fondamentale per la successiva ricostruzione. Ecco perché è importante affidarsi a chirurghi specializzati in protesi.
Dopo questi tipi di interventi chirurgici, si può tornare piuttosto rapidamente a muoversi, ma prestando attenzione, nei primissimi tempi, alle istruzioni del chirurgo e del fisioterapista per agevolare la ripresa post-operatoria.
I TEMPI DI RECUPERO
In totale, il trattamento di un’infezione dopo la sostituzione dell’articolazione può richiedere sei mesi di tempo per recuperare in pieno. Gli antibiotici possono essere somministrati per 6-8 settimane; in alcuni casi da tre a sei mesi. Molto raramente, si potrebbero prendere antibiotici per via orale per tutta la vita.
FATTORI NEL TRATTAMENTO DELL’INFEZIONE DI PROTESI
Diversi fattori sono coinvolti nel trattamento efficace di una sostituzione dell’articolazione infetta, come il tipo di batteri coinvolti nell’infezione, la durata dell’infezione e lo stato generale di salute del paziente.
Gli organismi resistenti sono più difficili da trattare. I pazienti con sistema immunitario indebolito, diabete e obesità patologica sono a rischio di contrarre infezioni e possono avere più problemi con i trattamenti.
Le infezioni che sono state non identificate o non curate per un periodo di tempo lungo sono in genere più difficili da trattare. Le complicanze dei tessuti molli, come il drenaggio cronico della ferita o le carenze nei tessuti molli che richiedono procedure aggiuntive, sono un ulteriore rischio.
I PAZIENTI PIÙ A RISCHIO D’INFEZIONE
Come accennato in precedenza, queste infezioni sono rare. Tuttavia, alcuni pazienti hanno un rischio più elevato rispetto ad altri.
I maggiori fattori di rischio per l’infezione sono obesità, insufficienza renale, alterazioni della circolazione, diabete mal controllato e tabagismo.
Alcuni di questi sono fattori di rischio modificabili, il che significa che è possibile ridurre il rischio migliorando queste condizioni.
Altri fattori di rischio
Esistono altri fattori di rischio per l’insorgenza di un’infezione. I pazienti con precedenti interventi chirurgici hanno alterazioni che possono ritardare la guarigione e portare a infezione. Anche i pazienti con anamnesi di precedenti infezioni sono a maggior rischio.
Cattiva alimentazione, anemia, malattie del fegato, malattie renali o altri problemi di salute sono ulteriori fattori di rischio.
Pazienti considerati ad alto rischio sono quelli con diabete non controllato o con un sistema immunitario compromesso (HIV / AIDS, artrite reumatoide o paziente oncologico), pazienti che hanno subito un trapianto di organo o di midollo osseo.
TEST DI SCREENING
Tutti i pazienti sottoposti a chirurgia di sostituzione articolare vengono sottoposti preventivamente ad esami atti a valutare il loro stato nutrizionale, la funzionalità renale ed epatica e lo stato delle proteine e possibilità di anemia.
L’obiettivo è di ridurre al minimo il rischio di complicanze identificando i pazienti a rischio e ottimizzandone lo stato di salute prima dell’intervento.
PREVENIRE IL RISCHIO DI INFEZIONE DI PROTESI
Il modo migliore per ridurre al minimo il rischio di infezione dopo la sostituzione articolare è, come sempre, cercare di essere in buona salute. Alla luce dei fattori di rischio visti in precedenza, ecco come è possibile ottimizzare il proprio stato di salute:
Obesità
Ridurre il peso prima dell’intervento può aiutare a ridurre al minimo i rischi derivanti da obesità. È possibile modificare la dieta e l’esercizio fisico; tuttavia, sebbene l’esercizio fisico sia spesso raccomandato come il modo migliore per ridurre il peso, può essere molto difficile per alcuni pazienti, specie quelli che soffrono di dolori legati all’artrosi.
Un compromesso utile potrebbe consistere in attività quali nuoto, ciclismo ed attività aerobiche a basso impatto.
Nei casi più gravi, su consiglio del medico, è possibile anche contemplare le opzioni chirurgiche.
Diabete
Questa patologia può essere gestita con una dieta appropriata, esercizio fisico e farmaci. Il più grande fattore di rischio che può essere modificato prima dell’intervento è il controllo glicemico: i glucosi scarsamente controllati inibiscono il sistema immunitario e la risposta di guarigione e aumentano notevolmente il rischio di infezione.
Fumo
Il fumo fa male al flusso sanguigno poiché la nicotina restringe i piccoli vasi sanguigni che irrorano il sito chirurgico, contribuendo alla sua guarigione. Pertanto, è necessario smettere di fumare durante il periodo dell’intervento. Meglio addirittura smettere almeno quattro settimane prima dell’intervento, poiché l’interruzione più vicina al momento dell’intervento potrebbe portare a tosse e altri problemi respiratori che mettono il paziente a rischio di altre complicazioni. L’interruzione, chiaramente, riguarda tutti i prodotti alla nicotina che si dovessero assumere (es: cerotti, chewing gum, etc).
Poiché il processo di guarigione dopo una sostituzione articolare può durare mesi e persino anni, è raccomandabile non riprendere affatto a fumare. Tuttavia, quei pazienti che non riescono ad accettare l’idea di smettere del tutto sono invitati ad attendere almeno sei settimane dopo l’intervento per ricominciare.
Malnutrizione e anemia
Molte persone ignorano di essere malnutrite o anemiche. Anche gli atleti allenati in sport ad alta resistenza o i pazienti patologicamente obesi possono mostrare evidenze di malnutrizione, come un basso contenuto di proteine e simili. I test di screening aiutano a identificare questi problemi ed arginarli, magari con l’assunzione di integratori o trattamenti medici specifici prima dell’intervento di sostituzione articolare.