Comprendere la cartilagine, le articolazioni e il processo di invecchiamento è il primo passo per affrontarne e gestirne in maniera efficace le patologie come l’osteoartrosi, e per preservare la qualità della vita.
Cos’è l’artrosi?
Una vita passata a camminare, fare esercizio e muoversi può mettere a dura prova la cartilagine, ossia il tessuto connettivo liscio ed elastico che copre e protegge le estremità delle ossa, che va a consumarsi o deteriorarsi con l’età.
La degenerazione della cartilagine può causare infiammazione cronica delle articolazioni e, di conseguenza, condurre all’artrosi.
L’osteoartrosi è una malattia degenerativa progressiva: vuol dire che più passa il tempo e più il quadro peggiora. I numeri parlano di circa cinque milioni e mezzo di italiani che soffrono di questa patologia articolare; dato che rende l’artrosi una delle principali cause di disabilità negli adulti.
La struttura dell’articolazione
I capi ossei all’interno di un’articolazione sono rivestiti da uno spesso strato di cartilagine, che ha lo scopo di proteggerli dalle sollecitazioni provocate dai carichi e di garantire una superficie liscia e scorrevole per il movimento. Questi capi ossei rivestiti di cartilagine sono isolati dall’ambiente esterno per mezzo di un manicotto di tessuto connettivale, che prende il nome di capsula articolare. La superficie interna della capsula articolare è rivestita da uno strato di cellule dette sinoviociti, che secernono le sostanze che compongono il liquido sinoviale, sostanza viscosa che nutre la cartilagine e lubrifica l’articolazione.
La membrana sinoviale può infiammarsi in conseguenza all’usura della cartilagine. Ciò può portare alla produzione in eccesso di liquido sinoviale che però viene rapidamente degradato e pertanto non ha le normali caratteristiche elastiche del liquido sinoviale sano.
Ciò provoca gonfiore dell’articolazione e dolore.
Man mano che la cartilagine si deteriora, la membrana sinoviale entra in uno stato di infiammazione cronica che causa una dolenzia continua e che beneficia sempre meno dei periodi di riposo. Una volta che lo strato di cartilagine è del tutto consunto e le superfici ossee entrano in contatto diretto tra loro, si verificano ulteriori dolori e infiammazioni ai tessuti circostanti. In associazione a questo si possono formare degli speroni ossei a livello dei margini dell’articolazione, gli osteofiti, che a loro volta possono provocare dolore.
Invecchiamento del corpo
Più si invecchia, più è comune provare un lieve dolore o indolenzimento quando ci si alza, si salgono le scale o ci si allena. Con il passare degli anni, i tempi di ripresa del corpo diventano man mano più lunghi. A questo si aggiunga che la cartilagine tende naturalmente a deteriorarsi, il che può causare dolore. Il tessuto liscio che ammortizza le articolazioni, e le aiuta a muoversi più facilmente, scompare con l’età. Tutti questi fattori fanno sì che si senta il corpo sempre più “stanco”.
Anche il tono muscolare e la forza ossea tendono a diminuire con l’avanzare dell’età. Ciò può rendere i compiti fisicamente impegnativi sempre più difficili e faticosi per il corpo.
Fattori di rischio dell’osteoartrosi
Un fattore di rischio comune per lo sviluppo di osteoartrosi è l’età. La maggior parte delle persone che ne soffrono ha più di 55 anni. Ma ci sono anche altri fattori che aumentano le possibilità di sviluppare la malattia.
Peso
Essere in sovrappeso carica eccessivamente le articolazioni, cartilagine e ossa, specialmente quelle di ginocchia e anche. Il sovrappeso, inoltre, induce spesso a una vita molto poco attiva fisicamente. Questo è un fattore di rischio importante. Un’attività fisica regolare, infatti, come una passeggiata quotidiana, può ridurre notevolmente la probabilità di sviluppare osteoartrosi.
Storia familiare
La genetica può aumentare le probabilità che una persona sviluppi l’osteoartrosi. Chi ha familiari affetti da questa malattia può essere maggiormente a rischio di svilupparla.
Genere
Prima dei 45 anni, sono gli uomini ad avere maggiori probabilità di sviluppare l’osteoartrosi, a causa della maggior percentuale di lavoro usurante. Superata la soglia dei 50 anni, sono invece le donne ad essere più a rischio rispetto agli uomini, probabilmente a causa della minor resistenza del tessuto osseo. La probabilità di sviluppare osteoartrosi diventa più “equa” tra uomini e donne intorno agli 80 anni.
Occupazione
Alcuni lavori sono considerati fattori di rischio per lo sviluppo di osteoartrosi come, ad esempio, gli impieghi nel settore edilizio, in agricoltura, nelle pulizie e nella vendita al dettaglio: tutti lavori che implicano movimentazione ripetuta e continuativa di carichi. Le persone impegnate in queste occupazioni, infatti, usano il corpo in modo più stressante, come parte del loro lavoro. Ciò significa maggiore usura delle articolazioni e più infiammazione.
Anche le persone più giovani e più attive possono sviluppare l’osteoartrosi. Tuttavia, questi casi sono mediamente il risultato di un trauma, come un infortunio sportivo o un incidente. Una storia di lesioni fisiche o incidenti può aumentare le possibilità di una persona di sviluppare l’osteoartrosi con il passare degli anni.
Il trattamento dell’osteoartrosi
Ad oggi, non c’è una cura per eliminare l’osteoartrosi. Piuttosto, il trattamento della patologia è finalizzato a gestire il dolore e ridurre le cause che contribuiscono a peggiorarne i sintomi.
Il primo passo nel trattamento dell’osteoartrosi è ridurre il dolore. Questo viene spesso fatto con una combinazione di farmaci, esercizio fisico e terapia fisica. Come spesso accade in medicina, il trattamento di questa patologia viene adattato al paziente, al suo stile di vita, al quadro clinica e alla sintomatologia lamentata, puntando alle cause del dolore e dell’indolenzimento.
Farmaci
Gli analgesici da banco (Generalmente FANS – Farmaci Antinfiammatori Non Steroidei) sono mediamente adatti a tutte le persone con osteoartrosi che hanno bisogno di trattare il dolore. Tuttavia, quando il dolore peggiora o i farmaci da banco non sono efficaci, potrebbe essere necessario un farmaco antidolorifico più forte, a prescrizione medica.
Iniezioni
Le iniezioni di acido ialuronico e corticosteroidi possono aiutare a ridurre il dolore alle articolazioni colpite. Normalmente, per il ginocchio si ricorre alle iniezioni di acido ialuronico, al PRP (plasma
ricco di piastrine) o all’innesto di cellule mesenchimali autologhe.
Chirurgia
La chirurgia è l’unica terapia veramente risolutiva nei casi recidivanti, poiché attraverso un impianto protesico si ricostruisce un’articolazione.
Stile di vita e sane abitudini
Per provare a gestire il dolore e ridurre i sintomi, è possibile provare alcuni aggiustamenti dello stile di vita per alleviare il lavoro di articolazioni e ossa. Piccoli accorgimenti infatti possono migliorare la funzionalità delle articolazioni e, di conseguenza, la qualità della vita.
Vediamole tutte.
Esercizio
L’esercizio a basso impatto può aiutare a rafforzare i muscoli e mantenere le ossa forti, oltre a migliorare la mobilità articolare. Chi soffre di dolori alle articolazioni dovrebbe rinunciare almeno temporaneamente dunque agli esercizi ad alto impatto, come il tennis e il baseball, e virare su golf, nuoto, yoga e ciclismo, tutti più facili per le articolazioni.
Terapia del caldo / freddo
Applicare impacchi caldi o impacchi freddi alle articolazioni quando sono doloranti o gonfie può aiutare ad alleviare il dolore e ridurre l’infiammazione.
Dispositivi di assistenza
L’uso di dispositivi come tutori, stecche e bastoni può aiutare il corpo a sostenere le articolazioni deboli. Questa scelta, comunque, va sempre valutata con il proprio chirurgo ortopedico.
Riposo
Concedere un riposo adeguato alle articolazioni può alleviare il dolore e ridurre il gonfiore.
Perdita di peso
Perdere un un paio di chili (o di più, da valutarsi caso per caso in caso di sovrappeso o obesità) può aiutare a ridurre i sintomi dell’osteoartrosi, specialmente nelle articolazioni grandi come anche e ginocchia.